Medio Evo
Abbazia di Casamari
Veroli (FR)
L’abbazia di Casamari è un Monumento Nazionale di proprietà dello Stato Italiano, che entrò a far parte del demanio pubblico nel 1874 a seguito della promulgazione delle cosiddette “leggi eversive” post-unitarie.
Consacrato nel 1217, il complesso cistercense di Casamari sorge sulle rovine del municipio romano di Cereatae Marianae, residenza del console Gaio Mario, da cui il luogo eredita il toponimo di Casamari.
Il rigore geometrico e la purezza delle forme sono caratteristiche fondamentali dell’architettura cistercense che, nel rispetto della regola benedettina rinnovata dall’azione riformatrice di Bernardo di Chiaravalle, si prefiggeva di adeguare gli spazi alle necessità della vita monastica e di uniformarli a principi di umiltà e lavoro. Il complesso di Casamari costituisce un modello esemplare di questo stile architettonico, da interpretarsi come il manifesto della spiritualità cistercense. L’articolazione degli spazi è concepita sul modulo quadrato e sviluppa una proporzione perfetta tra pianta e alzato.
L’ingresso alla chiesa di Casamari è introdotto da un’ampia scalinata che conduce ad un atrio a tre aperture, di cui quella centrale ornata da un portale con profonda strombatura a sette fasce concentriche di archi. La parte superiore della facciata ha forma rettangolare sormontata da un triangolo al cui centro si apre il rosone affiancato da due monofore. L’interno della chiesa è a croce latina, a tre navate, con lo spazio organizzato sul modulo quadrato. Le campate della navata centrale sono sorrette da robusti pilastri cruciformi. Originariamente collocato nell’abside, l’altare maggiore è posto all’incrocio col transetto, al di sotto di un baldacchino monumentale in marmo policromo fatto realizzare da Clemente XI (1711). La posizione del campanile, eretto in corrispondenza dell’ultima campata della navata centrale, è l’unico elemento dell’edificio che diverge dalla regola cistercense, che lo prevedeva all’incrocio col transetto.
Il cuore dell’abbazia è rappresentato dal chiostro, luogo deputato alla meditazione e alla vita spirituale dei monaci. Di impianto quadrato, presenta una galleria dotata per ogni lato di un’apertura al centro e quattro bifore poggianti su sei colonnine di fattura diversa. Particolare interesse è rivestito dalla bifora centrale sinistra del lato sud, dove due capitelli sono ornati con tre testine tradizionalmente identificate con i volti di Federico II, Pier delle Vigne e l’abate Giovanni. Attorno al chiostro sono organizzati gli spazi riservati alla vita della comunità: la chiesa, la sala capitolare ed il refettorio.
Negli spazi originariamente adibiti a refettorio, nel 2003 è stato inaugurato l’attuale Museo dell’abbazia. La raccolta archeologica è divisa in diverse sezioni. In quella preistorica, grande rilevanza è rappresentata dai resti di zanne di Elephas antiquus, rinvenute nel 1923 nei pressi dell’abbazia. Numerose sono le testimonianze riferibili ai popoli italici, a cui è dedicata una sezione apposita. La zona di Casamari insisteva su di un’area confinante tra i territori dei Volsci e degli Ernici e alcuni reperti di vasellame, anfore, tazze e attingitoi d’impasto appartengono a queste popolazioni, con una datazione compresa tra l’VIII e il VII secolo a.C.
La collezione romana è composta in maggioranza da reperti ritrovati nell’area abbaziale e nelle zone verso il ponte romano dove probabilmente si estendeva il foro di Cereatae Marianae, come sembrano indicare i ritrovamenti di statue in marmo di epoca imperiale conservate nel Museo. I numerosi elementi architettonici, le lastre iscritte, i frammenti scultorei, le terrecotte di arredo, sono spesso di provenienza sconosciuta, accumulati sia nei numerosi ritrovamenti durante lavori nel corso del Novecento, sia da scavi in zone limitrofe come quella del deposito votivo di Casale Antera di cui si conservano numerosi ex voto fittili che attestano una lunga devozione del sito che arriva fino all’età Cristiana.
Il Museo è dotato di una notevole quadreria costituita da circa 90 pezzi (la gran parte in deposito) appartenenti ad un arco cronologico che va dal XV al XIX secolo, oltre a due affreschi staccati provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Reggimento, primo insediamento della comunità di Casamari. Il nucleo originario della raccolta è costituito dalle opere destinate all’abbellimento della Chiesa e dell’intero complesso abbaziale, come ad esempio le tele già presenti sin dalla metà del Seicento e le tre grandi pale d’altare volute nel 1721 dal cardinale Annibale Albani ed attribuite a Onofrio Avellino, pittore napoletano allievo di Francesco Solimena. A questo stesso nucleo appartengono i tre grandi dipinti commissionati nel 1769 dall’abate Isidoro Maria Ballandani all’arpinate Paolo Sperduti. Una prima vera e propria organizzazione espositiva della collezione si deve all’abate Nivardo Maria Buttarazzi, Preside della Congregazione Cistercense di Casamari dal 1941 al 1988.
Nelle sale sono esposti sette grandi dipinti, per lo più di ambito sei-settecentesco, tra cui segnaliamo la grande pala di Giovanni Serodine, artista caravaggesco, raffigurante l’Elemosina di san Lorenzo (realizzato per la chiesa romana di San Lorenzo fuori le mura).
Info utili
Via Maria, 25, 03029, Veroli (Fr), Italia
Orari di apertura degli ambienti dell'Abbazia:
9:00 - 12:00, 15:00 - 18:00
Il Museo è aperto su richiesta in loco.
Ingresso gratuito.
Telefono: +39 0775 282371
e-mail: drm-laz.casamari@cultura.gov.it
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1 h
É possibile fare foto.
Sito raggiungibile con bus Cotral, fermata a richiesta Veroli/Abbazia di Casamari
É presente un'area di parcheggio libero in prossimità.